Mancata presentazione Reggina, ennesima farsa grottesca

In questa finta pandemia (finta perché non vi è giustificato motivo per cui sia stata proclamata, al netto di un patogeno classificabile a influenza) la città di Reggio Calabria, al pari di tutte le città italiane, ma anche delle città oltre le Alpi e oltre gli Oceani, vive una realtà completamente distopica. Una distopìa è una rappresentazione di una realtà immaginaria del futuro, ma prevedibile sulla base di tendenze del presente percepite come altamente negative, in cui viene presagita un’esperienza di vita indesiderabile o spaventosa, caratterizzata da alcune pratiche sociali o politiche opprimenti, spesso giustificate da imprecisi pareri di presunti esperti qualificati come “i migliori”, che sono state portate al loro limite estremo. In questo caso le condizioni riguardano il pericolo sanitario, pericolo mai scientificamente provato, ma solo propagandato dal terrorismo mediatico che ha mandato al fronte pseudo-virologi e pseudo-primari.

Orwell, nel suo romanzo 1984, profetizzando la società del futuro, ne descrive bene i tratti totalitari e totalizzanti in cui oggi ci troviamo. Uno degli ultimi colpi di mano di questa tirannide (dittatura suona come un complimento) riguarda il passaporto sanitario, strumento legittimato per discriminare, come venne fatto con gli ebrei – pratica peraltro condannata dalla società attuale ma che nulla recrimina, invece, contro questa decisione ghettizzante – in tempi non sospetti, quasi a voler simboleggiare la ciclicità degli eventi storici.

Ma veniamo ai fatti contestati, perché la Reggina 1914, società calcistica che rappresenta al meglio la città di Reggio Calabria – e i reggini – in Italia e nel mondo, aveva annunciato – e noi tifosi ben accogliemmo – la presentazione rituale e sacra dei calciatori e dell’organico tecnico per sabato 7 agosto, con inizio alle ore 21:00, in Piazza Duomo a Reggio Calabria, nella stessa piazza in cui “nell’agosto di due anni fa, partì la splendida cavalcata che vide Reggio Calabria tornare in serie B a distanza di sei anni”.

Ma qualcosa non quadrava ai più avveduti, alle menti affilate, anche perché il tutto dovrebbe succedere a distanza di poco tempo dalla fine degli Campionati Europei di calcio in cui il Sindaco ha impedito ai tifosi di guardare la semi-finale e la finale da un maxi schermo, salvo poi permettere l’invasione di decine di migliaia di tifosi che scendevano in strada a festeggiare, e già questo è un completo controsenso. E quello che si sospettava era l’annullamento della presentazione, e così è stato.

Ma veniamo ai due comunicati della società. Il primo ci fa sapere che “il Comune di Reggio Calabria ha messo a conoscenza il club di non poter procedere all’autorizzazione relativa alla manifestazione in oggetto visto lo stralcio del verbale della riunione tecnica di coordinamento”. A quanto pare molti tifosi e appassionati hanno inveito contro il Comune e contro il sindaco per la scelta di non permettere tale iniziativa. Ma il secondo comunicato sembra voglia scagionare malumori che possano sottrare consenso politico al sindaco e alla sua maggioranza.

Nel secondo comunicato la Reggina 1914 fa sapere che “intende fornire alcune doverose precisazioni rispetto a quanto precedentemente comunicato, nell’ambito dell’annullamento della presentazione della prima squadra. Il Comune di Reggio Calabria non ha alcun tipo di responsabilità riguardo l’annullamento in questione, avendo fornito fin dall’inizio pieno appoggio all’iniziativa e dando alla stessa il proprio Patrocinio, come dimostra l’inserimento nel calendario degli eventi Estate Reggina. La mancata autorizzazione alla serata del 7 agosto, risiede nella decisione presa dal Comitato di Ordine e Sicurezza, convocato dalla Prefettura di Reggio Calabria. Una decisione che il club comprende e rispetta pienamente, soprattutto alla luce delle criticità quotidiane causate da una pandemia non ancora debellata.”

Per chiarire ulteriormente a tutta la città, autorità comprese, alcune precisazioni giuridiche, al fine di rendere giustizia alla verità, da un punto di vista giuridico, lungi da me voler sminuire il fondamentale ruolo dell’organo interno della Prefettura, il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica è un organo consultivo (facoltativa e non vincolante) del prefetto per l’esercizio delle sue attribuzioni di autorità di pubblica sicurezza a livello provinciale. Per ragioni di particolare tecnicismo o riservatezza delle materie trattate, i prefetti usano convocare con maggiore frequenza rispetto al Comitato ordine e sicurezza pubblica una riunione dei soli vertici provinciali delle forze di polizia, chiamata nell’uso quotidiano Riunione tecnica di coordinamento (R.T.C.), di cui nel primo comunicato. Del comitato fa parte anche il sindaco, in questo caso non è chiaro se sia stato interpellato o meno, considerata la sua scarsa capacità politica fin qui dimostrata è probabile che abbiano preferito tenerlo fuori, e questo dimostra anche il suo scarso peso nella vita sociale della città.

La verità è che l’amministrazione politica di Reggio Calabria, soccombente e incapace, non conosce la normativa che le consente di autorizzare manifestazioni pubbliche, pur non tenendo conto del parere consultivo contrario del Comitato di ordine e sicurezza della Prefettura. Per quanto tempo ancora durerà questa sceneggiata ce lo dice la stessa propaganda del Ministero della Verità che dal reparto Finzioni invia le veline agli organi stampa e alle istituzioni politiche sul mantenimento della condizione di terrore psicologico e di restrizioni grottesche che nulla hanno a che vedere con il principio di ragionevolezza e con la realtà della vita. Un altro sindaco, con attributi intellettuali e politici, avrebbe fatto di tutto per consentire il rito sacro della presentazione della Reggina 1914.