Consiglio Comunale Aperto, un bavaglio democratico

Al Comune di Reggio Calabria la democrazia è sicuramente il punto forte dell’azione amministrativa, ma soprattutto dell’azione dei politicanti affiliati ai partiti della maggioranza consiliare. Infatti la democratica pantomima andata in scena in occasione della seduta del Consiglio Comunale Aperto, del 31 gennaio 2022, la dice tutta su quale sia il senso di partecipazione percepito dai politicanti affiliati ai partiti di maggioranza e da alcuni burocrati comunali i quali obbediscono alla dottrina dem. Questa seduta di Consiglio Comunale Aperto è stata chiesta da circa un anno, cioè dopo che la Procura di Reggio Calabria, grazie alle indagini, ha acclarato l’operatività di una cupola criminale in occasione delle elezioni comunali del settembre 2020, crimine politico in cui tutti i politicanti dem sapevano e quindi tutti sono implicati, ferma restando la gravità di non essersi, il Comune, costituito parte civile.

La seduta inizia con il Presidente del Consiglio Comunale che richiama – senza un valido motivo – al rispetto del regolamento e questo dà il senso della tensione che aleggia dentro l’aula consiliare. Ci pensa il camerata Beniamino Scarfone a far presente che questo atteggiamento non è degno di un dibattito politico; non solo, questo dà il senso della incapacità e della malafede che messe insieme sono deleterie per il corretto svolgimento di una assise cittadina.

Per quanto riguarda la mia partecipazione alla massima assise del Consiglio, ho provveduto ad inoltrare tramite pec, alla Presidenza del Consiglio, la mia istanza domenica 16 gennaio alle ore 17:37, firmando l’istanza, mentre il termine ultimo era previsto per sabato 15 alle 12:00. Mi giunge la prima risposta, per giunta non firmata, dall’indirizzo pec del Presidente del Consiglio, lunedì 17 alle 9:40, il quale mi viene comunicato che la mia istanza è giunta fuori tempo. Nella stessa giornata, alle 17:34, invio ulteriore istanza per derogare il termine in quanto la stessa sarebbe stata comunque processata lunedì. Quest’ultimo tempo infatti è da considerarsi sospeso, ossia fin quando la richiesta non viene processata, come nel mio caso, l’accoglimento può essere validato anche in un tempo successivo, appunto fino alla presa in carico della richiesta. Nessun’altra risposta ho ricevuto dal democraticissimo Presidente del Consiglio Comunale che, nell’esercizio delle sue funzioni ha agito sempre in deroga a tutti i regolamenti e a tutte le normative, soprattutto durante le sedute di Consiglio. Era proprio lui che in tempi non sospetti dichiarava che la partecipazione parte dal basso? Ah, sì! I democratici sono così, mascherano la loro reale identità. Sono loro i veri tiranni, e lo vediamo dalla loro ideologia politica, nettamente contraria alle istanze del Popolo!

Bene cari signori, di fronte alla tirannia di una dottrina bolscevica, ammantata di retorica democratica, mi tengo stretta la mia fede fascista e, sebbene la mia presenza avrebbe dato ulteriore lustro all’istituto comunale, come a qualunque altro istituto, ritengo che questo modo di agire sia deplorevole e irrispettoso delle istituzioni e dei cittadini. Il Consiglio Comunale Aperto è stato oggetto di ostruzionismo da parte della cupola democratica: non può essere convocato un lunedì mattina, in piena giornata lavorativa, ma l’orario migliore sarebbe il sabato pomeriggio. Non può essere concessa la parola per soli 3 minuti ai cittadini, quando gli stessi, per esporre i propri discorsi, hanno bisogno di avere a disposizione un tempo ben maggiore. Non può essere stabilito un termine di 15 giorni per prenotarsi, ma almeno il giorno prima della seduta. Così facendo i cittadini continuano ad essere mortificati, nei fatti e nelle parole.